Corsa ad ostacoli verso la Thailandia
Preparatevi a un pò di mal di testa, ovvero quello che è venuto a me in questi giorni nel cercare di capire come proseguire nel mio viaggio verso l’Australia. D’altronde ce lo siamo detti più volte, questo non è un racconto della “vacanza Valtur”
E’ sabato mattina, sono arrivato a Kathmandu da poche ore e sto già ragionando per capire quali opzioni ci potrebbero essere:
Per prima cosa faccio l’ennesima verifica ed ho conferma che il Myamar non è attraversabile via terra, in quanto le dogane sono chiuse.
Cerco anche di capire se dal Bangladesh la Vespa è spedibile via nave in Thailandia, ma anche questa ipotesi non porta a niente di concreto.
Comunque ci dovessi arrivare in Thailandia, è necessario, oltre al visto per me che devo fare, anche un permesso per la Vespa, che viene rilasciato a fronte di una serie di documenti da presentare. Mi parlano di 20 gg per avere il permesso e un costo di 400 usd per singolo ingresso e 650 usd per ingresso multiplo. Grazie a un contatto su FB, mi procuro un nominativo di chi può aiutarmi in questa pratica.
L’ingresso multiplo è necessario nel caso decidessi di visitare dalla Thailandia anche Laos, Cambogia e Vietnam. Laos e Cambogia no problem per i visti e per la Vespa, Vietnam invece c’è un problema di ingresso della Vespa, da capire, un pò come in Thailandia.
Alle 9.30 ho già appuntamento con un broker di spedizioni aeree segnalatomi da Mario, un italiano che vive a Bali, anche lui conosciuto su FB. Con lui devo valutare tutte le possibili ipotesi di spedizione.
Fisicamente con l’arrivo in Nepal mi sto riprendendo, psicologicamente sono ancora provato, anche in relazione a tutte queste difficoltà sulla prosecuzione del viaggio.
Rifletto sul fatto che forse, a pesare sulla situazione, ci sta anche che non parlo con un italiano dal 3 giugno a Yazd in Iran (25 giorni) e non incrocio un motociclista viaggiatore dall’8 giugno a Quetta in Pakistan (20 giorni) dove ero con l’irlandese Chris Donaldson. Neanche quì in Nepal non ho trovato nessun motociclista, niente di niente.
In realtà una decina di giorni fa ricordo che viaggiando in India, ho incrociato un motoviaggiatore che proveniva dal senso opposto. E’ stato un lampo, un attimo, ci salutiamo con la mano e neanche il tempo per capire di dov’era. Per un secondo ho anche pensato “inverto la rotta e lo raggiungo per farci due parole”, ma ormai era andato…
Ci troviamo a casa del broker, dove ha l’ufficio al piano terra, immancabile tè con il latte ed iniziano a parlare sulle possibili ipotesi. Nella mia testa ne ho tre:
1) Volo diretto in Australia, a Sydney, Melbourne o Perth
2) Volo in Thailandia a Bangkok
3) Volo per rientro in Italia, a Milano o a Venezia
Nessuna delle tre soluzioni mi piace, ma qualcosa devo pur fare, per cui facciamole quotare e poi deciderò.
Arriva un suo collaboratore, iniziamo a misurare la Vespa ipotizzando di togliere specchietti, parabrezza, portapacchi anteriore e posteriore, pneumatici, il tutto per ridurre al minimo l’ingormbro. Così facendo le dimensioni della cassa in legno da fare su misura per la Vespa diventano 185x71x125 di altezza. Con queste dimensioni il peso massimo è 266 kg, di cui 70 kg per la cassa in legno, ne rimangono 196 kg per Vespa e bagaglio, vanno bene. E’ sabato e mi promette le quotazioni per lunedì sera.
Nel week end mi riposo, mi godo da turista la città ed i dintorni e comincio a vedere i documenti necessari per il visto per la Thailandia. Mi porto avanti e compilo anche il primo form online, a seguito del quale l’ambasciata mi avrebbe poi fissato l’appuntamento.
Comincio anche a guardare, per le varie ipotesi, i costi dei voli per me.
Dentro di me non sono tranquillo, ho una certa esperienza su quotazioni di spedizioni, stanno lievitando ovunque ed ho la nettissima sensazione che arriveranno brutte sorprese.
E’ lunedì e puntualmente arrivano le quotazioni:
– Thailandia: 2.150 € + il mio volo + il visto per la Vespa, superiamo i 3.000 €
– Australia: 4.350 € + 1.500 € per il mio volo, totale quasi 6.000 €
– Italia: 2.450 € + 700 € per il mio volo, totale più di 3.000 €
Peggiori di quelle che mi aspettassi e comunque lontane dalle mie possibilità . Penso per tutto il giorno e per tutta la notte, un pò insonne, sul da farsi, tutte le soluzioni aeree non sono percorribili, a parte quella del rientro in Italia… Se devo essere sincero, brutti momenti di sconforto.
Decido di tentare il tutto per tutto: il mio visto indiano scade il 12 luglio e prevede l’ingresso multiplo. Stamattina, martedì, mi reco subito all’ambasciata indiana dove però insistono nel dire che le dogane via terra non sono aperte ai turisti. Io però da Solauni sono entrato e a quanto mi risulta ce ne sono altre due aperte, ma non so quali siano, devo cercare di saperlo. A parte il problema dogane chiuse/aperte, posso tentare di rientrare in India, ne approfitto e vado a visitare Varanasi, famosa per le cremazioni sul fiume Gange e poi mi dirigo verso il Bangladesh, sperando che da lì possa trovare una soluzione sostenibile per proseguire.
Contatto anche il Vespa Club Bangladesh, molto attivo a vedere dalla loro presenza sui social. Mi rispondono subito e mi aspettano a braccia aperte. Espongo il mio problema, non hanno una soluzione immediata da propormi ma provano a vedere.
Intanto domani parto verso L’india e poi vediamo. In questi giorni ho capito che il problema della lievitazione dei costi aerei sarà cosa di non poco conto.
Paolo Marcomini
Per me l’opzione di rientrare in patria è la migliore, non è una resa, dopo un viaggio con tutte quelle difficoltà che comunque ti lasciano dei ricordi positivi proseguire poteva trasformarsi in una sofferenza tale (sono decisamente troppe e costose le difficoltà da affrontare), da annullare il bello che hai vissuto. Rientri comunque da VINCITORE.
Gianluca Pellegrinelli
La penso esattamente come te. Sono soddisfattissimo di essere arrivato in Nepal via terra, continuare con quei dubbi non mi dava serenità e la cosa bella è che sto già pensando al prossimo viaggio, forte dell’esperienza appena terminata. Grazie