Verso il ritorno…

Verso il ritorno Vespup.com 1

Verso il ritorno…

30 giugno 2022

Dopo 4 giorni passati a Kathmandu preparo i bagagli per spostarmi in India, sperando di avere maggiore fortuna nel trovare un modo per raggiungere la Thailandia a costi sostenibili.
È piovuto abbondantemente tutta la notte, ma adesso piove meno, preparo i bagagli con una sequenza di azioni ormai consolidate e quasi automatiche, serve mezz’ora per fare tutto.
Purtroppo piove ancora, decido di partire lo stesso, sperando che smetta.
Imposto il navigatore per la dogana di Raxaul, sono solo 140 chilometri, però il navigatore mi indica 5 ore di viaggio che, riparametrati per la mia Vespa vogliono dire 8 ore.
La strada si inerpica sulla montagna, continua a piovere e il fondo stradale è sempre più sconnesso. Temo le frane, ma vedo che anche le buche, il fango e gli allagamenti sono sempre più frequenti ed insidiosi.
Proseguo, non sono tranquillo, pur essendo due notti che ci ragiono sopra, l’India non mi convince.
È l’una, meglio fermarsi a mangiare qualcosa,
la Vespa mi dà qualche problema di carburazione, ogni tanto si spegne, ma niente di serio.
A 60 km dal confine la strada è interrotta, un fiume di acqua e fango la attraversa trasversalmente. Qualcuno tenta di passare, ma solo pochi mezzi di grosse dimensioni c’è la fanno, gli altri rimangono in mezzo al guado. Arriva una ruspa, sistema un po’ il fondo, fa quello che riesce. Aspetto ancora e dopo un’ora, con l’aiuto di alcuni ragazzi, tento il passaggio. Fatto!
Proseguo e cominciano i lunghi rettilinei, le strade e le periferie si animano, sento che mi sto avvicinando al confine. Mi accorgo che l’India è vicina, la confusione cresce molto, auto e moto abusano del clacson e i sensi di marcia diventano solo una indicazione di massima, assolutamente discrezionale.
Sapendo che mi aspettano le solite tre ore di burocrazia in dogana, cerco un posto per fermarmi e mangiare qualcosa. Trovo un chiosco che vende gnocchi fritti ripieni, quelli che poi ti girano per ore nello stomaco, ma sono buoni e comunque non ci sono alternative.
Cerco da sedermi ma niente, allora mi siedo sulla Vespa e penso, non sono convinto.
Chiedo all’omino degli gnocchi fritti se ha un cestino per buttare delle immondizie, mi fa cenno di buttarle in strada. Ecco, pure lui ci si mette.
Cerco di razionalizzare, dandomi un metodo. Il problema principale è sempre uno solo, poi ce ne possono essere altri collaterali, ma quello che conta è il principale. Qual’è il mio problema principale?
“Vado in India e poi? Come raggiungo la Thailandia senza svenarmi? E poi come ci arrivo in Australia, anche quì senza svenarmi? Mi manca lo stimolo dell’obiettivo da raggiungere via terra, come ho avuto fino ad oggi.’
Confrontandomi con altri viaggiatori, arrivo alla conclusione che per fare tutto il giro completo servono non meno di 25.000€ per spese aeree e navali. Per me è una cifra troppo elevata da sostenere, non riesco ad estraniarmi da questo fatto e vivere serenamente il presente.
E poi, tra le tante cose che ho imparato, grazie agli amici Jean Michel Lopez, Heike Lupa e Michael Muller, detto “Michel-Impossible” con i quali ho condiviso dei bei momenti in Iran, è che il viaggio ideale, almeno per me, è quello che dura tra i due e i quattro mesi. Stai via, ti immergi nel tuo nuovk mondo, ma i tuoi affetti, le tue cose, la tua città… è tutto lì, quasi a portata di mano, qualche mese e ci risei. E’ come nella corsa a piedi, non esiste la “distanza giusta”, ma quella per cui ognuno si sente portato, chi ai 100 metri piani, fino a chi predilige l’ultra maratona da 100 km.
Sento che se dovessi proseguire diventerebbe una forzatura, non mi divertirei e senza divertirsi non ha senso.
Ecco che finalmente capisco cosa realmente desidero fare:
“Torno a casa, mi godo l’estate, mio papà, il mio cane, Conwgliano e faccio tanti giri in Vespa. A ottobre poi, prima che arrivi l’inverno, riparto, magari fino a marzo, scegliendo accuratamente percorso (al caldo) e mezzi per arrivarci. “Mi piace!
Se cambiano i presupposti credo bisogna non aver paura di cambiare idea, anche se a molti può non piacere o può essere motivo di critiche e valutazioni. Il mio motto in tutto è sempre stato “la prima sconfitta è non provarci” ed oggi la vivo proprio così.
Mi rivesto, inverto la direzione di marcia e punto a Hetauda, l’unica cittadina un po’ viva che ho incontrato arrivando, a una trentina di chilometri di distanza. Sono ormai le 19.00 ed inizia a fare buio, meglio trovare una sistemazione per la notte.
Altra notte insonne, a pensare alla scelta fatta. Mi addormento alle 3.00 passate e alle 5.00 sono già sveglio. Decido di partire subito, per attraversare, prima che riprenda la pioggia, quel fiume sulla strada che ieri era tanto insidioso.
Alle 6.00 sono già in Vespa, scelgo un percorso diverso, per non rifare quello pessimo del giorno prima. Sono contento di aver deciso cosa fare, mi godo con occhi diversi il Nepal che si sveglia: i bambini a fianco della strada aspettando lo scuolabus, i militari in formazione vanno a correre, le donne puliscono le pannocchie…tutto inizia bene in un ambiente ovattato, quasi a rallentatore.
Un bambino appena rallento mi salta sul portapacchi posteriore della Vespa. A 2500 metri di quota mi fermo per una rudimentale colazione e tutti i bambini che aspettano il pulmino della scuola mi fanno festa. Per un attimo penso “ma cavolo, perché vado via?”.
Questo tragitto di rientro a Kathmandu è l’occasione per tirare le somme di questa esperienza:
Ho imparato a viaggiare da solo e a conoscermi meglio..
Ho capito come si gestisce un viaggio in Paesi difficili, quelli per capirci dove ad esempio la carta di credito non esiste o fai 200 km senza vedere una casa.
Ho apprezzato la bellezza di paesi come l’Iran e il Nepal e delle sue genti
Ho trovato ovunque persone amiche, aperte, disponibili e generose.
Ho visto più volte l’espressione della povertà rifiutare una mancia.
Non ho mai avuto paura ed ho imparato a gestire le emozioni nei momenti impegnativi.
Ho conosciuto impavidi motociclisti di molte nazioni.
Ho rivalutato il fenomeno del randagismo…
Ho imparato as apprezzare di più la bellezza delle piccole cose.
Ho imparato tanto…

La Vespa continua a macinare chilometri, invincibile agli ostacoli ed alle avversità del terreno e del traffico. Dalla quiete dei villaggi di montagna, mi avvicino, fino da esserne assorbito, al traffico caotico e rumoroso di Kathmandu. Io non me ne accorgo, la mia mente sta viaggiando nel suo mondo.., quello dell’estate che mi godrò nella mia terra, Conegliano e il nuovo viaggio dell’autunno, sulla cui preparazione credo mi ci butterò già a brevissimo e nel quale Lorenzo continuerà a farmi compagnia.
Sono felice, per il viaggio che ho fatto, per come lo ho raccontato e.per come, forse, sono riuscito ad emozionare molti di voi. Grazie di cuore a chi, tenacemente, ha letto fino a quì e grazie per avermi fatto compagnia con i vostri mille commenti. I social, tanto demonizzati, se ben gestiti hanno la loro utilità e funzione… quanti bei momenti abbiamo condiviso in questi due mesi.
Nei prossimi mesi mi dedicherò anche a mettere ordine ai miei scritti cercando di dar loro un senso.
Speriamo di leggerci presto, un abbraccio 😏.

PS: oggi la mia Vespa è stata spogliata all’essenziale e nei prossimi giorni si imbarcherà anche lei per rientrare a casa… Dopo due mesi di condivisione totale, una settimana senza di lei sarà dura 😭.

Verso il ritorno Vespup.com 2
Verso il ritorno Vespup.com 3
Verso il ritorno Vespup.com 4
Verso il ritorno Vespup.com 5

Scrivi un commento

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit sed.

Follow us on
× WhatsApp