Diario di viaggio Turchia
L’ingresso in Turchia è emozionante, in fondo sto per uscire dall’Europa e per entrare nel continente Asiatico. In dogana c’è molto caldo ed il timore legato al foglio verde non valido per la Turchia, non mi fanno stare tranquillo.
Alla fine tutto bene, espleto le varie pratiche, faccio una assicurazione per la Vespa della durata di tre mesi, al costo di 15€ e parto, direzione Istanbul.
Il diario di viaggio Turchia ha inizio…
Istanbul
Sono in Turchia da pochi chilometri e sorrido quando vedo una sagoma a dimensione naturali dell’auto della polizia, con tanto di poliziotto in piedi davanti alla macchina. All’inizio ho pensato che fosse una vera auto della polizia, solo avvicinandomi mi accorgo che è solo una sagoma, tratto in inganno anche dai lampeggianti sopra il tetto, funzionanti come quelli veri.
Ad Istanbul, grazie alla prenotazione su Booking trovo un ostello in pieno centro storico, veramente a due passi dalle moschee, con parcheggio interno per la Vespa e una terrazza mozzafiato da cui si può ammirare un bellissimo panorama della città . Decido di fermarmi due notti, per riposarmi, visitare la città ed organizzare al meglio il mio itinerario delle tappe in Turchia.
Poco dopo la bellissima sorpresa, un Golden Retriver che gira indisturbato nella struttura, mi riporta al pensiero di Astrid, con gioia e malinconia allo stesso tempo. Impressionante come si appoggia alle mie gambe a tavola, esattamente come Astrid o come si siede nel divano affianco a me, facendomi compagnia mentre studio a computer la mappa della Turchia.
L’indomani decido di dedicarlo ad un giro per la città , che già conosco, essendoci stato un paio di volte, ma che rivisito volentieri. Mi incuriosiscono tutte le diversità dalla nostra cultura occidentale, visito la piazza delle moschee, il Gran Bazar…, tutti luoghi dove faccio anche qualche foto con Lorenzo. Infine, nel pomeriggio, decido di rilassarmi un paio d’ore in un parco frontemare a prendere un pò di sole, leggendo appassionatamente il libro che mi ha gentilmente regalato Fabio Cofferati, che ancora ringrazio.
L’altopiano Anatolico
Abbandonato il caldo di Istanbul, decido di dirigermi verso Goreme, di cui più persone mi hanno enfatizzato le bellezze. Il tragitto è di circa 600 km, quindi impossibile pensare di farlo in giornata.
Da lì, fino al confine con l’Iran, percorro circa 1700 km tutti in quota sopra i 1000 mt, spesso sopra i 1500 mt, aattraversando anche 5 passi sopra i 2000 e fino a 2400 mt. In sintesi per tutto quel lungo tragitto patisco tanto freddo e prendo anche un pò di pioggia, rimpiangendo il caldo di Istanbul e provando una leggera invidia per chi mi dice che in Italia è arrivata l’estate.
L’altopiano Anatolico, un territorio quasi completamente disabitato, tranne pochi paesi e poche cittadine, dove più volte rischio di rimanere senza benzina in quanto non trovo distributori anche per 80/100 km.
Paesaggi affascinanti, incontaminati, punti di ristoro dove sembra che il tempo si sia fermato a 40 anni fa. Grandi salite, dove camion fumanti salgono quasi a passo d’uomo, per poi lanciarsi in corse spericolate nelle lunghe e interminabili discese.
Io con la Vespa, alleggerita anche se non abbastanza del bagaglio superfluo, affronto le salite in quarta fino ai 55 km/h, per poi scalare terza e stabilizzarmi a 50 km/h. Con questo ritmo aggredisco convinto tuttele pendenze e con il mio minuscolo mezzo supero i bisonti della strada che sono costretti ad andare molto più piano in salita. Poche volte, davvero pochissime sono costretto a scalare seconda.
Tutti i giorni rischio la pioggia, i temporali girano minacciosi senza mai colpirmi pienamente, qualche acquazzone veloce che però non mi impedisce di proseguire senza dover mettere la tuta antipioggia.
Ad Erzorum, 500 km dal confine con l’Iran, arrivo verso sera, la città è grande ed ha quel fascino “old style” che mi colpisce subito. C’è freddo, in effetti Erzorum è a 2000 mt di quota. Sto per fare un incontro davvero inaspettato, a 4.000 km da casa…
Goreme
Arrivo nelle vicinanze di Goreme verso le 12.00; mi accorgo che è una località turistica dai vari pullman che arrivono e partono continuamente. Nei 5 km che precedono l’arrivo in paese, su entrambi i lati della strada è pieno di punti noleggio di quad, centinaia e centinaia di quad, per esplorare la zona, che assume, mentre più mi avvicino, sembianze molto diverse da quelle viste fino a quel momento.
All’arrivo mi sembra di entrare in un vecchio paese del far west, molte macchine vintage cabrio che girano, strade sterrate polverose o asfaltate malissimo e tutto in torno case incastonate nella terra della montagna.
Giro comodamente in Vespa, affascinato da quell’ambiente così strano e vivace, dove decine e decine di ristoranti, si alternano ad agenzie turistiche che offrono pacchetti escursionistici di vario tipo. Mi colpiscono le foto davanti alle agenzie dei tour in mongolfiera, foto bellissime dove decine e decine di mongolfiere all’alba o al tramonto, affollano i cieli di Goreme. MI verrebbe quasi voglia di provare questa emozione, ma poi decido di rinunciare, forse, con il senno del poi, sbagliando.
Con la Vespa mi inarpico nelle ripide salite che portano a queste strane case scavate nella terra della montagna, arrivo quasi a toccarle. Salgo e scendo, e poi ancora da un altra parte risalgo e riscendo e così via ammirando panorami e scorci diversi tra loro ma tutti bellissimi.
Sono ormai le 15.00 e decido di fermarmi a mangiare qualcosa, scelgo a caso uno dei ristoranti all’aperto da dove posso continuare a godermi la vivacità del posto. Appena finito di pranzare, sono al dolce e anche quì, un incontro tanto inatteso quanto gradito…
La Vespa sempre al sicuro
Nella scelta dei posti dove dormire, cerco sempre di trovare soluzioni che mi permettano di mettere al sicuro la Vespa. Questo prima per evitare il rischio furto della Vespa stessa e secondo perchè il bagaglio posteriore cerco di evitare di scaricarlo ogni sera, visto che non ho cose che mi servono nella quotidianità .
La prima foto si riferisce alla notte passata nel tragitto da Istanbul e Goreme. Ho passato Ankara da poco e imbocco una strada che preannuncia 120 km di tratto montoso, senza grandi paesi o occasioni per fare benzina e pernottare. Inizia a piovere ed inizia a fare buio, che faccio? vado avanti o torno indietro? Decido di andare avanti, ma niente, sempre peggio e sempre più pioggia. Finalmente vedo il cartello di un minuscolo paesino, entro, ma è deserto e di posti per dormire neanche l’ombra. Vedo un ragazzo che esce da un piccolo alimentari, cammina velocemente perchè piove, ma appena chiedo informazioni per dormire si ferma, non parla inglese ma capisce. Telefona e mi dice di seguirlo, andiamo a casa di un ragazzo, che mi ospita nella sua modesta casa, mi mette a disposizione il wifi del suo cellulare, mi allestisce alla meglio velocemente un letto e porta la Vespa in casa, proprio dentro la casa, per evitare il rischio del furto. Vado a letto, stanco, niente doccia, ma rincuorato per l’ospitalità ricevuta. La mattina dopo il ragazzo non vuole niente, insiste, “davvero, l’ho fatto volentieri”.
Arrivo a Sivas, tardi, troppo tardi la sera, devo riuscire ad arrivare prima dell’imbrunire. Faccio fatica a trovare un albergo, ce ne sono pochi. Finalmente lo trovo, parcheggio la Vespa davanti all’ingresso ed entro, albergo ok, prezzo ok. Chiedo per il rimessaggio della Vespa e in modo rassicurante mi viene detto “no problem” ed in pochi minuti la Vespa è bella parcheggiata nella hall. Fantostico, non oso chiedere di meglio.
Stessa esperienza ad Erzorum, arrivo ma l’albergo non ha uno spazio interno per la mia Vespa. Anche quì, nessun problema, il negozio di mobili adiacente si rende disponibile a metterla in vetrina la sera, alla chiusura del negozio, per poi toglierla alla mattina, alla apertura. Bellissima la Vespa in vetrina.
Sempre lo stesso albergo, quando annuncio del rientro forzato di tre giorni in Italia, si rende disponibile senza nessun costo, per tenere la Vespa in custodia, bagagli inclusi, nella hall, gisuto di fianco al banco del check in. Riparto per l’Italia sereno perchè so che la mia Vespa è davvero in buone mani, lì ad Erzorum.
Diario di viaggio Turchia: Incontri “on the road”
Le occasioni di incontro sono tante, tutti i giorni per qualche motivo incontro e conosco qualcuno, gente del posto o turisti che come me stanno viaggiando.
La prima foto si riferisce al ragazzo che mi ha (me e la Vespa) gentilmente ospitato a casa sua in un momento di difficoltà .
Nella seconda foto un incontro occasionale a un distributore, mi fermo perchè piove, in una piccola stanza, spoglia e squallida alcuni anziani signori sono seduti a guardare fuori. Entro e mi siedo per riposarmi un attimo, do un cenno di saluto e gentilmente mi offrono del te, che consumo piacevolmente insieme a loro. La parola d’ordine è sempre la stessa “Italia”.
Comodamente seduto al ristorante di Goreme, mi si avvicina un ragazzo slovacco, anche lui moticiclista. Ci eravamo conosciuti un paio di giorni prima a un distributore. Anche lui lì, mi ha riconosciuto e così passiamo un pò di tempo assieme a tavola, davanti all’immancabile tè turco.
Sono a Goreme, sto per ripartire e mi fermo a fare benzina, quello successivo è indicato a 80 km, troppi. Gli addetti al distributore si incuriosiscono per il mio strano mezzo, uno ad uno arrivano, tre di loro si chiamano Mohamed, gli altri non ricordo. Il passaggio alla foto di gruppo è immediato.
Arrivo all’hotel di Erzorum, all’ingresso noto una Vespa, con un ragazzo vicino, guardo la targa ed è italiana. Iniziamo a parlare, Valerio di Milano è partito un mese fa dall’Italia con l’obiettivo di andare in India, poi Giappone e da lì ai Caraibi. Ha 24 anni, arrampicatore, molto easy, ha tutto in uno zainetto da 40 litri, non di più. Sul portapacchi anteriore della sua LML 150 cc quattro tempi, alcune bottiglie di plastica che fungono da riserva addizionale di benzina. Passiamo insieme un paio di giorni, io a districarmi con la burocrazia italiana e lui in ambasciata per ottenere il visto per l’Iran.
Ad Erzorum scatto la foto principale di questo post, il venditore di tappeti adiacente all’hotel, quello davanti alla porta, ci invita, io e Valerio, ed ordina del te che in pochi minuti arriva su un vassoio e che beviamo comodamente seduti tra i tappeti. Subito dopo un secondo giro…, ospitalità al top.
Infine, per strada, sono a Turum, mi sto fermando per ammirare le cascate e un anziano signore attraversa la strada e mi sorride, non ci conosciamo ma ci viene spontaneo fare una foto insieme.
Sono all’estremo est della Turchia, ho visto molte cose di questo grande paese, ospitale e contradditorio allo stesso tempo, con la sua capitale da 15 milioni di abitanti e gli sconfinati altopiani praticamente disabitati.
Non ho visto niente della parte a sud, quella del mare che pare offra paesaggi ed ambienti davvero unici nel suo genere, penso che ci sarà occasione, in fondo la Turchia non è poi così distante dall’Italia.
Mi avvicino al confine iraniano con timore, so che non è un passaggio facile, per la burocrazia e per la corruzione. Lo capisco anche avvicinandomi al confine, quando vedo ancora avari chilometri di distanza le interminabili code di camion che aspettano, non voglio neanche immaginare che tempi abbiano per poter entrare in Iran.
Sta per iniziare un nuovo viaggio, diverso, più difficile anche se, sotto certi aspetti sicuramente affascinante. Iran, sto arrivando!
Se vuoi approfondire alcuni aspetti sulla Turchia, leggi questo articolo Destinazione Turchia.