Diario di viaggio Iran

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Diario di viaggio Iran

Dal confine a Teheran

23 maggio 2022

Lunedì pomeriggio sono entrato in Iran dove ho trovato un mondo molto diverso dal nostro, al quale sto cercando di abituarmi.
Il navigatore non va, non ho trovato la mappa 😰.
Internet insomma, a volte c’è, a volte no. Però bisogna usare una VPN altrimenti non vedi Facebook, i social e neanche Google Maps.
Nel sito della mia banca non riesco comunque ad entrare.
Come aveva detto il mio amico Emilio Radice che ringrazio, ti riempiono di soldi al cambio. Mi sono fatto raggirare ed ho cambiato in dogana da un tizio 100€ e mi ha dato 20.000.000 di rial, anche se avrei dovuto riceverne 29.000.000, ma mi sembravano già tanti quelli.
I cartelli stradali spesso con i caratteri della lingua persiana.
Ho fatto i primi 10 litri alla Vespa ed ho pagato ben 300.000 rial, in pratica 1,5 € (x 10 litri) al mio cambio, sarebbero stati 1,0 € al cambio normale. Quindi la benzina costa 10 cent.
Le autostrade sono vietate alle moto, ma tu ci entri, passi ai caselli come niente fosse e non paghi.
Il loro concetto di ristornate non è propriamente il nostro… Devo ancora capire bene.
Alberghi pochissimi, ed è proprio la prima sera che ho potuto apprezzare l’ospitalità degli iraniani. Arrivo a Shovt, era quasi buio, una cittadina di qualche decina di migliaia di abitanti, nel nulla. Non mi capisco, chiedo a un taxista x dormire, non parla inglese, alla fine mi indica un hotel che ai vedeva a vista, giù in fondo. Inizio a spostarmi e arriva subito un ragazzo in moto, mi fa segno di seguirlo, mentre percorriamo la via dice a tutti, a destra e a sinistra che sono italiano. Arriviamo, arrivano altri, si forma un gruppetto. L’albergo ha tre stanze, completo, non ci sono altri alberghi, arrivano altri, chiamano uno che parla inglese. Alla fine mi trovano una stanza da un privato. In 3/4 moto mi accompagnano, ci affianca la polizia, ci ferma e capito che ero italiano vengono anche loro, parlano con chi mi avrebbe ospitato e mi dicono, tutto ok, se hai bisogno chiamaci. il proprietario persona squisita, casa stranissima ma molto bella, il letto non c’è, ok dormo tra i tappeti, la mattina viene e mi porta la colazione, che facciamo insieme, con suo figlio e un suo amico. L’amico perde un’ora per portarmi a prendere una SIM che non mi danno, non ho capito perché. Il proprietario non vuole niente, a fatica accetta 100.000 rial, ovvero 5€.
La seconda notte a Zanjan arrivo tardi ed ho penato molto x trovare da dormire.
A Teheran traffico impossibile, tutti che vanno ovunque, nella direzione di marcia o contromano indifferentemente. Mi sono trovato in una piazza, con macchine e moto (tutti senza casco) che arrivavano ed andavano ovunque in modo frenetico e disordinato.. A un bivio vedo un ragazzo in moto, chiedo info e x 15 km mi accompagna in tutta la città fino a 1 km dal mio punto desiderato. Stupendo.
Adesso sono a Teheran, abbastanza affaticato. Il responsabile del Vespa Club Iran mi ha trovato da dormire in un ostello davvero molto bello ed accogliente. Mi fermo quì tre giorni, x ambientarmi e riposarmi.
Cerco di fare il mio programma di viaggio in Iran, sistemo la Vespa, visito la città e se riesco vado all’ambasciata pakistana x capire se la dogana tra Iran e Pakistan è aperta…, Sperando di non fare 3.000 km a vuoto.

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Vespa Club Iran

26 maggio 2022

Stanotte a Teheran sono stato benissimo, al punto che ho deciso di fermarmi quì quattro notti.
La giornata è iniziata con una colazione in compagnia con ragazzi iraniani e tedeschi.
Poi Masoud, referente del Vespa Club Iran, è passato a prendermi e siamo andati nella sua officina, dove lui e suo fratello mi avrebbero sistemato un po’ la Vespa.
Davanti all’ingresso due grossi e alti blocchi di cemento ostacolano l’ingresso, mi spiega che è perché il proprietario dell’immobile, che lui ha in affitto, non ha pagato le tasse comunali. Comunque no problem, la Vespa la solleviamo e la passiamo di là.
L’interno è un mix tra un museo e una officina, uno spettacolo.
Iniziano i lavori: riparazione contachilometri, sostituzione pneumatico posteriore, portato dall’Italia come bagaglio a mano grazie a Walter De Noni , infine check frizione.
Il portapacchi anteriore sta cedendo, troppe sollecitazioni, ma non troviamo una soluzione, se non caricarlo meno.
Mi accorgo che esce olio dalla cassetta ricambi…, Un disastro, la latta da mezzo chilo con le sollecitazioni si è rotta ed ho dovuto pulire tutti i componenti, uno ad uno 😡😡😡
Infine lavo anche la Vespa, che con la pioggia di sabbia era diventata indecente.
Senza accorgerci del tempo passato sono le 15.00, Mamoud e suo fratello Mohamed ordinano da mangiare e nella parte di officina adibita a salotto, attorniati da bellissime Vespe, consumiamo il pasto.
Quasi mezzo pisolino, tra una chiacchiera e un’altra, riassemblano la Vespa e nuovo salto dei blocchi in cemento.
Ho dovuto quasi litigare per fargli accettare 20€, pranzo incluso.
Prima di rientrare chiedo se possiamo trovare una SIM, due giorni prima non ero riuscito. Alcune telefonate e Mamoud mi dice che la rilasciano solo in aeroporto. “Andiamoci solo con la mia Vespa, ci mettiamo meno” lui dice…, “Bella idea”, io rispondo. Guardate i video 😳.
Anche quì niente SIM, il mio passaporto non risulta registrato…boh, ci penserò domani.
Rientro in ostello ed ormai sono le 17.30, giornata pienotta. L’amico Federico Valeri a cui avevo prenotato un letto non è ancora arrivato. In effetti mi scrive che sta girovagando da un bel po’ per trovare il posto. Alla fine ce la fa ed eccoci a chiudere la serata tra due neoamici italiani moto e vespa viaggiatori.
L’ostello è proprio accogliente, mentre scrivo siamo in salotto… Ho fatto una mini ripresa.
Domani? Tutto il giorno in ostello, riposo, varie cose a computer e ulteriore alleggerimento del bagaglio. In serata uscirò in Vespa a vedere la città di notte.
Dopo domani dedicato alla visita della città, prima della ripartenza.

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Teheran

28 maggio 2022

Oggi dedico la giornata a visitare Teheran, ma non mi fido ad uscire con la mia Vespa, traffico troppo caotico e poi, troppo rischioso lasciarla incustodita.
Ok, nessun problema, esco a piedi, in fondo un po’ di movimento dopo tante giornate seduto in Vespa ci sta proprio bene.
Esco dall’ostello e mi incamminò verso la mia prima zona di interesse, ovvero il Museo d’arte moderna. È buffo vedere come le vie sono tematiche, prima solo negozi di biglietti di auguri, poi solo libri, poi solo pneumatici, poi solo gioielli. In una via fanno solo il cambio valuta, ma non gli uffici regolari, centinaia e centinaia di venditori ambulanti di valuta locale.
C’è caldo ma non demordo, dopo 57 maratone e 2 corse da.100 km che vuoi che sia, comunque meglio idratarsi e prendo dell’acqua. 10.000 passi, arrivo sfinito, il museo è chiuso per ristrutturazione. Ok, seconda tappa il museo dei tappeti persiani, è lì vicino e lo visito. Intanto scatto alcune foto con Lorenzo.
Guardo la cartina, la torre Milad è troppo lontana ed opto per il taxi, che ovviamente non capisce. Ma cavoli, è una delle principali attrazioni di Teheran e non sa leggere o decifrare il nome in inglese. Va beh, siccome ho già vissuto queste cose in Cina, mi sono preventivamente premunito di una cartina in lingua persiana. “Ahhhh, mi dice il taxista” capito, andiamo.
Arrivo alla torre, pago 1.000.000 di rial, nessuna paura, sono 5€, vedo la torre dentro e fuori, ma non salgo, prezzo turistico di 15 USD, troppi…, Quì mica abbiamo soli da sprecare. Mangio qualcosa e decido di tornare in ostello, sono cotto.
Aspetto un taxi ufficiale, gli dico dove portarmi e mi dice di no (ma perché?), Ne vedo uno abusivo e mi chiede 2.500.000 di rial, (12€), un furto. Un motociclista mi vede e mi dice “taxi?” È certo gli dico io, “how much” , non capisce, ok no problem tiro fuori i soldi, glieli faccio vedere senza darglieli e ci accordiamo x 1.000.000 €.
Inizia il viaggio per attraversare tutta la città (guardate i video).
Arrivo in ostello finito, altro che maratona. Mi riprendo lentamente e stasera giro notturno della città a Teheran nord, ovvero la parte ricca. Salgo da passeggero sulla Vespa di Masoud e giriamo per un’ora e mezza, Teheran, con i suoi 8 milioni di abitanti è gigantesca.
Dopo una buona cena iraniana, tanto per cambiare a base di riso e pollo (mi viene in mente Giuliano), torniamo in ostello.
Secondo me domani non parto prima di mezzogiorno.
PS: ho anche scoperto che quì, scrivendo da destra a sinistra, anche i libri si aprono da sinistra a destra e la brossura è a destra, sono contrari.

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Da Teheran a Esfahan

29 maggio 2022

Oggi voglio arrivare a Qom, da Teheran e poi mi fermo.
Uscire dalla città è più facile del previsto, mi immetto subito nelle strade giuste, pur non avendo il navigatore.
Uscendo dalla città il caldo aumenta, sempre di più e già a poche decine di km da Teheran mi trovo immerso in un paesaggio desertico, quasi lunare. Vado avanti bello spedito, al punto che arrivo a Qom già alle 13.00, troppo presto, decido di proseguire per Esfahan, ci sono solo altri 280 km. Il deserto avvolge tutto e il caldo si fa più forte; le poche volte che mi fermo comincio a sudare molto, meglio andare avanti.
Sono a 90 km da Esfahan, ancora un’oretta e mezza e ci sono, vado in riserva, vuoi che non ci sia un distributore in 50 km? Ne faccio 60 di km con la riserva, ma niente, finisco la benzina e rimango appiedato. Per fortuna ho la tanica di scorta, anche se è un po’ incastrata tra i bagagli.
Arrivo finalmente ad Esfahan e vado sul sicuro nell’ostello che mi ha consigliato Federico Valeri .
Entro, ci sono altre moto: tedeschi, francesi e danesi. Ci fermiamo a chiaccherare, usciamo direttamente a cena e adesso siamo nel patio all’aperto a chiaccherare e a goderci il fresco.
Prima o poi prenderò possesso del mio letto, ormai quì sono le 23.00. La prima impressione è che la città sia bellissima e ci sia davvero molto da vedere, domani decido il da farsi.
Ho già punto di riferimento a 30 km da quì per i prossimi giorni, poi un vespista a 100 km da quì che forse mi porterà a dormire nel deserto e poi a Yazd so già dove andrò a dormire, in un altro ostello per motociclisti viaggiatori. Tutto ok !
Curiosità: in foto si vedono le macchine da caffè degli “autogrill iraniani”. Tu scegli la bustina, te, caffè o cappuccino, ti danno il bicchiere in plastica e ti prendi dai bollitori all’esterno l’acqua calda
PS: bello anche l’articolo pubblicato oggi sul Gazzettino https://www.ilgazzettino.it/…/impresa_vespa_giro_mondo…

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Esfahan

30 maggio 2022

Ieri sera abbiamo fatto un po’ tardi, in giro per Esfahan, come nelle barzellette, un italiano un francese, due tedeschi e poi si sono aggiunti un danese e un iraniano.
Oggi la giornata inizia nel migliore dei modi, ci troviamo un po’ tutti alla stessa ora x la colazione, una ragazza iraniana inizia a mettere una canzone francese, bella, ma vuoi mettere quelle italiane… Bocelli, poi la Nannini, Rino Gaetano e infine Adriano Celentano e noi li, a ridere e scherzare, intonando le canzoni.
Senza neanche accorgerci sono arrivate le 9.00, io e Michele (il francese), decidiamo di uscire prima che il caldo avvolga la città con noi dentro. “Che dici, andiamo al Gran Bazar? Lì dentro dovremmo stare al fresco”. L’idea non mi entusiasma, conoscendo già abbastanza bene quello di Istanbul, super affollato di gente e di turisti. Quì invece è tutt’altra cosa, lungo, lunghissimo, non finisce mai, ma la cosa bella è che non c’è neanche un turista, anzi una la abbiamo trovata, greca, con lei e la mamma abbiamo fatto una foto insieme.
Prosegue il nostro giro, chiacchieriamo, facciamo foto immortalando piccoli scorci caratteristici, sguardi, persone, tutto quello a cui non siamo abituati. Si sono fatte le 2.00 del pomeriggio e decidiamo, esausti, di tornare alla base e riposarci un po’.
Al rientro troviamo un ragazzo tedesco, da solo, con un fuoristrada Mercedes adibito a camper, uno spettacolo. Poco dopo arrivano due ragazzi Aldo e Vera, lui si avvicina a me, è italiano, napoletano per la precisione. Mi presenta Vera, sua moglie, una ragazza moldava molto bella e con un sorriso di quelli che ti rimangono impressi. Mi chiedono di me e ovviamente della Vespa, ma poi mi dicono di loro e rimango senza parole. Hanno base in Inghilterra, si conoscono da 9 anni, sposati, da 6 anni girano il mondo con una jeep fuoristrada. “Non ci credo” ed iniziano a raccontarmi il loro stile di vita e di viaggio, la scelta, come vivono, sembra il racconto di un film, di un romanzo. Fanno video, hanno un canale YouTube. “Ok dai, ci vediamo stasera o domattina”.
Nel pomeriggio curioso attorno alla loro macchina, strapiena di adesivi e con un vissuto che traspare da ogni dettaglio. La piantina sulla fiancata della porta anteriore la dice tutta…, Cavoli, gli manca solo l’Africa. Vedo anche il nome del loro canale, mi collego e guardo i video, simpaticissimi, con uno stile che rispecchia appieno la loro personalità.
Tra una cosa e l’altra arriva sera, gli altri si sono un po’ persi in giro, ma io, Michel il francese e Michel il tedesco usciamo per cena, passando prima a vedere uno dei famosi ponti illuminati della città. Rimango colpito dalla bellezza dei ponti, ma ancora di più dalla animosità della gente che fino a tarda sera fa picnic o semplicemente si siede su un muretto per godere le bellezze di queste opere.
Ceniamo, scherziamo, passeggiata, gelato e rientro. È già mezzanotte e in giardino ci sono gli altri, “dai, ancora due parole e andiamo a nanna”. Arrivano però Aldo e Vera, con o quali riprendo i discorsi del pomeriggio, attratto dal loro mondo. “Domattina ti facciamo vedere la jeep e magari facciamo qualche video 😊. Seguiteli sul loro canale, risate assicurate: https://www.youtube.com/c/AlvetoExpedition
È l’una passata, meglio andare a nanna. Domani ho già molte cose da fare e poi devo decidere dove andare, ho solo 4 possibilità di scelta: 1) vado a trovare Hussein, un ragazzo iraniano che abita a 150 km da Esfahan e vuole assolutamente ospitarmi 2) vado a dormire nel deserto, tra le dune, a 100 km da qui, 3) vado a trovare Mohammed, un ragazzo che ha una Vespa vecchia e vuole conoscermi 4) vado direttamente a Yazd. Domani vi dico cosa ho deciso.
Ah dimenticavo, stasera ho cambiato 50€, mi hanno dato 16.000.000 di rial…, Ho dentro di me la piacevolissima sensazione di chi si sente ricco.

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Alveto Expedition

31 maggio 2022

Ieri sera ho conosciuto questi due ragazzi che da 6 anni stanno girando il mondo. Stamattina abbiamo passato due ore insieme raccontandoci le esperienze, guardando i rispettivi mezzi. Sono state due ore intense, che vi racconterò con calma nei prossimi giorni. Intanto guardate il loro canale YouTube, fanno dei video secondo me molto belli.
Tutto il ricavato da YouTube lo devolvono a una organizzazione di beneficenza.

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Nella casa di una famiglia Iraniana

01 giugno 2022

La sensazione che sto provando in questi giorni è che l’attraversamento dell’Iran non sarà veloce come pensavo. L’Iran lo vedo come il paese delle contraddizioni che da un lato ti affascina per il suo paesaggio, le sue città, la sua gente, ma dall’altro ti mette a dura prova. Si si, a dura prova, fisicamente per quello che si mangia e per il clima, per le loro abitudini, per come mangiano, per le loro regole, assurdamente restrittive per le donne, ma anche per gli uomini, che non possono neanche girare in città con pantaloni corti.
Oggi ho deciso di tornare indietro di 180 km ed andare a Garan, per vivere un pomeriggio e una notte dentro a una famiglia vera di un vero villaggio iraniano.
Contatto Hussein, un ragazzo conosciuto su Couchsurfing che mi ha offerto ospitalità a casa sua, gli confermo che accetto l’invito
Parto da Esfahan tardi, verso le 12.00, dopo aver passato tutta la mattina in piacevole compagnia di Aldo e Vera di Alveto Exepedition, di cui ho parlato ieri.
La zona è desertica, la strada caldissima e come ormai consuetudine non ci sono distributori. Sono costretto ad uscire dalla strada principale ed addentrarmi in un paese per poterne trovare uno prima di finire la miscela.
Finalmente arrivo a Garan, anche se scopro che in realtà devo andare a Chigan, un paesino che dista altri 15 km.
All’arrivo capisco di essere arrivato in un posto dove davvero quello che c’è è pochissimo e gestito in modo molto diverso da come faremmo noi occidentali.
Incontro Hussein, suo fratello ed altri due suoi amici, poi si aggiunge un quinto. Mi offrono subito da bere e da mangiare, cerchiamo di dialogare con Google translate, mi fanno tante domande, alcune anche io a loro. Mi parlano del Corano e di come gli Stati Uniti cospirino verso l’Iran, sono giovanissimi.
Hanno voglia di farmi vedere, quello che c’è nei dintorni, andiamo al fiume, al garden, che è dove hanno le piante da frutto e un tappeto sempre pronto per stendersi (quello del filmato). Mi fanno vedere dall’alto il panorama della valle, dove c’è un suggestivo cimitero cristiano. Passeggiando per strada mi chiedono di non parlare, non si deve capire che sono straniero. Giocano un po’ anche a calcio.
Rientriamo per mangiare, c’è solo pane schiacciato, formaggio, marmellata e una crema solida che mangio da giorni e non ho ancora capito cosa sia. Ci sediamo per terra, tavoli inesistenti, mangiamo con le mani, posate inesistenti. Cerco di non farmi influenzare dal disagio del mangiare con le mani e mi abbuffo un po’ pensando che sarei dovuto arrivare all’indomani mattina.
Arriva il padre dai campi, serio ma gentile, con i suoi 40 anni, ne dimostra molti di più. Della madre neanche l’ombra, anche se qualche voce da un’altra stanza appena ero arrivato l’avevo sentita.
Uno zio ci vuole a casa sua, è una casa più nuova, più moderna, ma sempre solo sedie e niente tavoli. Lo zio invita il fratello, l’amico del fratello ed altri conoscenti. Parliamo di calcio 😳, beviamo qualcosa che non so definire. Arrivano le 22.00, è ora di cena e torniamo a casa di Hussein. Vedo la mamma in cucina indaffarata, non ci siamo ancora ne visti, ne presentati. Non dice niente e non esce dalla cucina, io neanche. Tovaglia per terra, riso e pollo con il pane… Iniziamo a cenare e la donna di famiglia rimane da sola seduta nel pavimento della cucina, credo a mangiare. Io non chiedo niente, loro non mi dicono niente.
È passata la mezzanotte ed è finalmente ora di andare a letto. Tirano fuori delle coperte e dei cuscini (durissimi) per dormire sui tappeti. Speriamo vada meglio rispetto alla prima esperienza fatta appena entrato in Iran. Vado in bagno, faccio l’essenziale dell’essenziale. Si preoccupano che io stia bene e che tutto sia a posto “certo”.
Hussein con il traduttore mi chiede di mettermi almeno dei pantaloni corti, le regole iraniane vietano di stare in slip o boxer… Ok.
Alle 4.00 sono sveglio ed attendo pazientemente l’alba, sicuramente qualcuno si alza. Così è, si alza il padre e da il via libera alla madre che non mi saluta, non si fa vedere e va diretta in cucina a preparare la colazione. Tovaglia per terra, te, formaggio, uova, la solita crema indefinita e datteri… Tutto con le mani. Cercano di spiegarmi la sequenza dei cibi, non tutto quello che è in tavola si mangia come si vuole. Cerco di capire ma loro desistono, sebbene ad ogni accenno di prendere qualcosa dalla tovaglia gli sguardi di tutti sono concentrati nel vedere se prendo la cosa giusta. Dalle smorfie capisco che non è così.
Inizio a preparare la Vespa, partenza alle 8.00 in contemporanea con i ragazzi che vanno a scuola. È ora si partire, ringrazio tutti e della mamma neanche l’ombra, chiusa in cucina…, che peraltro è un locale attiguo e comunicante con il soggiorno.
Uscendo in paese la gente mi guarda, i giovani incuriositi, le donne anziane serie per gli equilibri che forse sto rompendo, tutti ormai sanno chi sono.
Grazie dell’ospitalità, davvero grazie.
Torno ad Esfahan con un caldo soffocante, arrivo che sono solo le 12.30 ma decido comunque di fermarmi, dormire e domani ripartire bello carico e riposato.
Direzione laghi di sale e deserto. Domani sera, spero di dormire o sulle dune del deserto o all’interno di un cratere.
Spero di arrivare al confine del Pakistan in una settimana.

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Deserto e lago di sale

02 giugno 2022

Oggi sembra poter essere una giornata tranquilla, giusto 120 km per andare nella zona desertica di Varzaneth e fare un giro nel lago salato di Khara.
Visto che sarà una passeggiata decido di partire con calma insieme a Heike Lupa , una motoviaggiatrice solitaria tedesca che sta girando l’Iran da un paio di mesi. L’abbinamento della sua KTM690 e la mia Vespa P200E non è proprio il migliore, ma quello è.
Arriviamo a Varzaneth che sono le 14.00, prima l’impressione per almeno 50 km è di essere nel mezzo del nulla, ma proprio niente. Il caldo è asfissiante, ovviamente non trovo né un osteria e neanche un agriturismo per mangiare qualcosa, ok va benissimo una bottega di alimentari per un gelato e una pepsi, probabilmente fake.
Da li direzione deserto per altri 30 km, tutto ok fino a quando comincia la parte sterrata che per la KTM690 è una passeggiata ma per me no. Appena la ruota anteriore della mia Vespa inforca i primi 10 cm di sabbia rischio di cadere, a stento tengo in equilibrio la Vespa…, Forse avrò anche un filmato da fare vedere (prima devo rivederlo io 😏).
30 km di strada desertica, fatta in prima e seconda, sempre con il rischio incombente di cadere. Bella la sosta in mezzo al deserto con una coppia di ragazzi tedeschi, conosciuti la sera prima, che sono di ritorno dal lago salato, in auto.
Finalmente ecco il lago, ovviamente senza acqua ma con tanto sale. È sterminato, non sono arrivato in fondo perché è davvero grande, ma credo di aver percorso 6 o 7 chilometri, anche quì cercando di tenere in equilibrio la Vespa. La stanchezza e il sole si fanno sentire, io ho mal di testa, vedo più avanti di me Heike con la moto per terra, è caduta ma niente di preoccupante, ha dimenticato di mettere il cavalletto, anche lei sente la stanchezza.
Decidiamo di uscire, lei va avanti per trovare un posto dove lavare la moto, il sale è micidiale. Io ci metto un’ora e mezza con la vespa per uscire dal deserto e finalmente anch’io lavo la mia Vespa.
In serata raggiungiamo la guest house di Mohammad Jalali , un’oasi felice sotto tutti i punti di vista. Lui molto ospitale, ha creato una struttura appositamente pensata per i viaggiatori overland.
Ceniamo insieme ad Aldo e Vera, di Alveto Expedition che rincontro davvero piacevolmente. Io mi ritiro presto, tanto mal di testa e stanchezza.
Stamattina le cose vanno molto meglio, dopo una dormita di 10 ore. Guardo la vespa, non è lavata bene, ok tra poco la smonto e la lavo come ai deve, non vorrei che il sale creasse poi danni permanenti. Aldo e Vera mi raccontano della loro esperienza in un lago salato della Bolivia…, Si si, oggi è proprio meglio che la ripassi.
A colazione comincio a pensare al Pakistan, mancano 1200 km al confine, ma è meglio iniziare a guardarci. Mohammed, molto esperto, mi da delle indicazioni utilissime: tragitto Yazd, RafsanJan, Kerman e poi Bam. A Bam meglio dormire in una struttura che lui mi indica e che mi darà indicazioni utili per l’ultima tappa in Iran che è Zhaedan, dove dovrò dormire in una location specifica da cui gestire l’ingresso in Pakistan. Infatti Mohammed mi dice che da Zhaedan al confine iraniano sarò scortato dalla polizia iraniana, mentre dal confine a Queeta sarò scortato dalla polizia pakistana In totale 724 km con la scorta e poi in teoria basta.
Ok, intanto mi concentro a lavare la vespa come dico io, poi mi riposo e poi parto in solitaria per Yazd dove stasera pernotterò.

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Incontri “On The Road”

04 giugno 2022

Incontri “On the Road” in Iran ne ho fatti tanti, al punto che non ricordo di aver passato una sera da solo, tranne questa nella quale vi sto scrivendo.
Fare un viaggio da solo è vero, non è per tutti, c’è chi si trova bene e chi non lo farebbe mai. Non c’è il giusto o lo sbagliato, c’è quello che uno si sente dentro.
Personalmente apprezzo entrambe le modalità, anche se, per un viaggio come questo, sono molto più propenso all’avventura in solitaria, che poi di solitario ha davvero poco.
In queste due settimane scarse di Iran ho conosciuto tante persone, forse pazze, fuori di testa, o semplicemente persone che agiscono per concretizzare i loro sogni, le loro ambizioni.
Vi racconto qualche storia. A Esfahan, oltre ad Aldo e Vera di Alveto Expedition di cui vi ho già parlato https://www.youtube.com/c/AlvetoExpedition,
ho conosciuto:
Jm Lopez , un francese 61 enne, neopensionato, che in solitaria per 4 mesi sta visitando Iran, Georgia ed Armenia. A luglio rientra e in autunno farà altri 4 mesi in Sud America e così via.
Michael Müller è tedesco, non so esattamente quanti anni abbia, simpaticissimo, ma non è più un ragazzino. Anche lui viaggia in moto in solitaria per almeno il 50% del suo tempo.
Michael Stummann Nielsen è danese, anche lui in solitaria. Nel 2020 ha fatto da solo in moto 42.000 km in Australia.
Heike Lupa , motociclista tedesca al femminile che per quattro mesi ha smesso di fare l’insegnante di scuola guida e sta girando tutti i paesi balcanici, inclusa Georgia, Armenia ed Iran, in sella alla sua KTM690.
Federico Valeri , trovato prima a Teheran e poi reincontrato anche a Yazd. Italiano, partito a marzo con la sua Benelli 500 da enduro, per un viaggio che lo porterà in Nepal, prevalentemente su percorsi off-road. È un grande youtuber che può essere seguito sul canale #zerohighways
Cheyenne e Leo, due ragazzi belgi, 29 anni lui e 26 anni lei. Sono partiti dal Belgio un anno fa, passati anche in Veneto, li ho conosciuti ieri sera a Yazd, dove abbiamo cenato assieme a Federico ed Heike. Hanno già percorso 15.000 km in bicicletta, vogliono arrivare in India, poi Bangladesh, Giappone, Stati Uniti ecc. Un viaggio di tre anni intorno al mondo.
https://instagram.com/the_ride_place_to_be?igshid=YmMyMTA2M2Y=
I ciclisti Turchi (marito, moglie e amico) che stanno girando l’Iran in bici.
E ancora le ragazze degli ostelli, a Esfahan e a Teheran, sempre cordiali e disponibili con tutti.
I poliziotti che quando ti fermano e capiscono che sei italiano citano Baggio, Del Piero, Buffon, Totti e ridono increduli quando dico che sono partito dall’Italia con la Vespa.
La gente di strada, pronta ad aiutarti in qualsiasi momento, quella che se ti vede in difficoltà si ferma e ti chiede se hai bisogno.
Le colazioni di gruppo meglio ostelli.
Gli amici dei Vespa Club
Insomma, in questo viaggio in solitaria c’è solo (e non è poco) la parte vera e propria della guida, quella dove in Iran ti trovi spesso “in the middle of nowhere”, magari cento chilometri, con deserto a destra e sinistra, no benzinai, no autogrill…, nothing.
E in quei momenti, mentre sei lì da solo che guidi aspettando la pausa tra un pieno e l’altro (150 km), che pensi “forza piccola, non tradirmi proprio adesso, ti prego” 🍀🍀🍀

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Incontri “On The Road” last minute

05 giugno 2022

Parto da Yazd un po’ tardino, alle 10.30, perché prima mi sono trattenuto in chiacchere con Heike Lupa e Federico Valeri .
Devo fare 370 km fino a Keram, fa caldo, ma sono bello convinto, in fondo sarei potuto partire prima.
Ho iPartol pieno per cui decido di fare una tirata unica di 150 km, ormai ho imparato a mangiare e bere alla guida, anche se non si dovrebbe.
Con solo due soste arrivo a Keram e grazie alla app dei viaggiatori folli Ioverlander (che sto cominciando a usare), trovo un ostello che mi ispira.
7€, colazione inclusa, il posto è bello, il proprietario molto gentile come sempre, mi fa vedere la stanza “bellissimo, ci sono i letti, quindi stasera non si dorme per terra”. Intravedo tra le coperte la ciocca di capelli di una ragazza che dorme.
Scarico tutte le mie cose e mi butto sul letto senza neanche togliermi i jeans. In relax decido di scrivere il post sugli “incontri On the Road”, tanto ormai sto uscendo dall’Iran per cui posso fare il bilancio di questa esperienza da quel punto di vista.
La ciocca di capelli è di una ragazza mora, davvero carina, che nel frattempo si è vestita e sta uscendo.
Alle 21.30 crollo a letto in un sonno profondo fino alle 7.00. “Perfetto penso, preparo la Vespa con i bagagli, 7.30 colazione e per le 8.00 parto, così evito almeno in parte la calda di ieri”.
Vespa pronta h. 7.30 colazione, ci sono due tavoli, in uno un ragazzo, quello dello zaino in stanza non proprio da tour domenicale e nell’altro c’è la ragazza. Scelgo il tavolo della ragazza, non per altro, ma mi sembra più socievole.
Masoomeh è iraniana, di Teheran, appassionatissima di sport, è a Keram in quanto istruttrice di climbing. Simpatica, scherziamo e ridiamo, Google Translator a manetta, lei non parla inglese e io non parlo persiano.
Mi dice, che l”altro ragazzo è quì da due giorni e non abbiamo mai parlato, tu, sei quì da ieri sera e stiamo facendo colazione insieme ridendo”. “Lui è tedesco, io sono italiano, questa è la differenza”… E ridiamo.
Se non hai fretta mi dice, perché non ci spostiamo in terrazzo a chiaccherare. “Ma noooooo, figurati se ho fretta, non ho niente da fare” e cosi ci spostiamo in terrazzo.
Mi fa vedere delle foto, tra le quali quella del suo ragazzo, le faccio vedere delle foto, tra le quali quella del mio cane Astrid…, Quella ho..
😏 e ridiamo.
Credo che faccia tutti gli sport di azione, tranne pong pong e golf.
Arrivano le 10.00, io devo pagare 3.800.000 rial mi traduce, “e qual’è il problema” dico io, sono 12 € inclusa la cena. Tiro fuori i soldi ma non mi bastano, oh cavolo. Dollari? No Euro? No.
Si inserisce Masoomeh e aggiunge i 300.000 rial che mi mancano per pagare. Una grande.
Lei deve andare, ha i suoi allievi, io dovevo andare già due ore e mezzo prima, ci salutiamo, è stato bello. E intanto ridiamo.
Vado in centro a Keram per cercare di cambiare soldi, non ho neanche i 70 centesimi che mi servirebbero per un pieno. È festa, tutto chiuso, fino a quando trovo la nonnetta disponibile che mi cambia 20 € con 6.000.000 di rial, ottimo.
Finalmente parto per Bam, ey quasi mezzogiorno, fa caldissimo, ma guai a lamentarsi, neanche col pensiero.
https://instagram.com/masoomeh_rajabali?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Diario di viaggio in Iran incontro ragazza iraniana Vespup.com 2
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Verso il Pakistan

07 giugno 2022

Al pomeriggio arrivo a Bam e visto che è presto decido di andare a vedere la città vecchia. Esco a piedi ma non riesco ad orientarmi, fermo due ragazzi in moto, non parlano inglese e non riusciamo a capirci. Salgo anch’io (e siamo in tre), giriamo ma niente. Alla fine uno dei due capisce, scarica l’amico e per 4 km mi porta, fino all’ingresso della città vecchia. Decido di ringraziarlo e ricompensarlo con 200 rial che non vuole, insisto, provo a mettergli i soldi in mano, niente da fare, non li vuole. Allora decidiamo di fare una foto insieme, nella sua povertà, davvero gentile ed ospitale.
L’indomani mattina parto da Bam, un po’ deluso, soprattutto per dove mi sono fermato a dormire. Un posto che mi è stato consigliato da Mohammed e da Nukio, ma che è veramente brutto, squallido, sporco, tutto trascurato, pasti davvero al minimo, il tutto al prezzo assurdo (per l’Iran) di 20 USD.
A parte questo, mi aspettano 380 km per arrivare a Zahedan, ultima città prima del confine con il Pakistan.
Il primo problema che devo risolvere è quello della benzina. A Bam mi hanno detto che da lì, fino al confine con il Pakistan, la benzina viene venduta solo alla popolazione locale, munita di tessera. È va beh, e io? Con la Vespa che arriva a fatica a 200 km di autonomia. Fiducioso della ormai proverbiale disponibilità degli iraniani, subito dopo la città mi fermo al primo distributore, chiedo a chi fa benzina e subito trovo una persona disponibile a prestarmi la sua tessera, bene, problema risolto.
Proseguo, deserto, solo deserto a sinistra e a destra. Faccio 150 km, vado in riserva e proseguo, arrivo a poco meno di 200 km e come volevasi dimostrare la Vespa si spegne.
Ok, prima di tutto mi spoglio, poi metto un berretto che prudentemente avevo predisposto nel bauletto anteriore, poi mangio e bevo. Adesso sono pronto, travaso la benzina con la canna comprata ad Esfahan, perfetta, in pochi minuti posso ripartire.
All’arrivo a Zahedan mi affretto a contattare Hamid, un referente in dogana che dovrebbe essermi utile, non so come ma meglio un contatto in più. Trovo da dormire, peggio della sera prima…, lo standard sta davvero peggiorando molto. In qualche modo mi adatto e in qualche modo riposo un po’ durante la notte.
Oggi è il grande giorno, cerco di passare la dogana e capire, di là, come funziona. La questione della scorta non mi è proprio chiara.
Ho finito la benzina e ieri all’unico distributore che ho visto c’era una cosa chilometrica.
Prima di uscire dalla città mi metto alla ricerca, ma ho fame e decido di comprare il pane. Quì la gente aspetta il pane, delle grande focaccia ovali, quando esce dal forno e poi lo mette su delle griglie metalliche aspettando che si raffreddino un po’. Poi vedi la gente, con due, quattro o anche 10 mega focacce, portarsele via, ovviamente senza nessun involucro. Ne compro una, 8 centesimi, rido con la gente locale, aspetto che si raffreddi un po’ e ne mangio un bel pezzo, il resto mi farà compagnia per tutta la giornata.
Finalmente trovo il distributore, è nel senso inverso al mio, proseguo fino a trovare un punto in cui poter fare inversione, ma vedo che anche quì c’è una coda di auto interminabile. Arrivo al distributore e provo ad entrare dall’uscita, mi vengono incontro degli iraniani “ITALIA, VESPA, TOTTI, DEL PIERO, BUFFON”, iniziamo a scherzare e benzina è fatta, gratis, non hanno voluto niente “for you is free”.
Finalmente parto per fare i 100 km verso il confine, comincia ad alzarsi il vento, fa caldo ma una tempesta di sabbia riduce molto la visibilità e il vento richiede molta attenzione alla guida. Penso a Walter De Noni, il mio meccanico che mi dice “se c’è tempesta di sabbia attenzione che non vada nel motore, non hai un filtro in spugna ad olio”… Eh si, questo l’ho capito, ma che faccio?… Proseguo e per fortuna dopo un po’ il vento si riduce di molto.
Arrivo in dogana…, sabbia, caldo, edifici fatiscenti, gente ovunque. Mi distrigo tra i vari uffici turchi, grazie all’aiuto di Hamid e dopo circa un’ora ho finito. Andrei a letto, ma mi tocca la parte Pakistana, quì sono da solo. Primo check, poi dogana, poi ufficio immigrazione, poi intervista, poi polizia e finalmente sono dentro, sono passate altre due ore.
All’ingresso arriva un funzionario che mi invita a seguirlo che mi dice dove dormirò (?). “Si, dormi quì e domani ti scortiamo fino a Quetta, per 630 km”.
Anche quì tutto molto fatiscente, sporco e sabbioso, la sabbia ti entra dappertutto. Tolgo tutti i bagagli dalla Vespa e dopo un po’ mi accorgo che anche all’interno, dove dormirò, si riempiono di sabbia. Esco e almeno copro la Vespa che nel frattempo è ricoperta anche lei di sabbia.
Vado in bagno, un filetto d’acqua, non provo neanche la doccia, mi lascio la sorpresa per dopo.
Ho già mal di testa, credo mi aspetti una notte impegnativa e una giornata, domani, altrettanto impegnativa, ma intanto in Pakistan ci sono entrato e sicuramente da dopodomani il viaggio proseguirà.

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Commenti

  • Danilo Pagnin
    Giugno 5, 2022

    Sono nato a Teheran e ci sono vissuto fino al 1979. Ci voglio tornare. Il tuo diario e il tuo viaggio sono fantastici. Mettiamoci in contatto al tuo ritorno. Ciao!

    Rispondi
  • Danilo Pagnin
    Giugno 5, 2022

    Ciao, sono nato a Teheran e ci sono vissuto fino al 1970. Ho una Vespa, ne ho avute diverse. Come te, ho origini venete (mio padre è di Padova). Voglio mettermi in contatto con te al tuo ritorno. Sei 1 grande. Ciao!

    Rispondi
  • Silvia
    Giugno 23, 2023

    Ciao, interessantissimo. Vorrei fare anch’io questo viaggio, posso avere il contatto di Hamid? Grazie

    Rispondi

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